Milano che ricama sagome sull’asfalto.
Il tuo corpo raggomitolato al Ticinese
come pelle fetish di tela nera
che puntello in terra con i chiodi
e bacio a sperma.
I radar penzolanti dalle finestre,
nascosti a voltaggio zero,
scagliati in pancia come pietre contro il cielo.
L’odore di stagnola
si infila nei corridoi, ci sbrana e scappa via, tra fogliami sparsi
di panchine vuote.
Senza parole si intrecciano le mani
e i nostri occhi bruciano di città.
13.12.09
RADAR
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