Un laccio stretto alla gola
e incantevole bellezza
con i piedi sulla cenere
e la chioma rossa distesa,
tra luce che entra sporca
dalle vibrazioni metalliche
e dal camminare degli alberi
che mettono radici.
Libellule trafitte
o canti di violino,
sono clamori di vita che smarriscono e ridono.
E poi sfatti da baci avanzati,
ci divertiamo nei crepacci
a staccarci da dosso la pelle dell’anima.
15.12.09
EMILIA
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